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A CHI E’ CONVENUTA QUESTA CRISI.

By admin on 11/07/2012 in Politica e società
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Di fronte alla susseguirsi di annunci catastrofici e, al contrario, positivamente roboanti, davanti al rincorrersi di previsioni apocalittiche, con nelle orecchie gli echi di polemiche inutili, noi imprenditori dobbiamo non solo guardare in avanti, ma soprattutto guardare alla realtà e ribellarci ad una visione della stessa che ci hanno imposto in modo parziale.
Dobbiamo tornare a mettere l’economia reale al centro.
Per ogni soldo di economia reale, ce ne sono quaranta di finanza su finanza. Una disfunzione dell’impianto economico dove pochi si arricchiscono a danno di moltissimi che s’impoveriscono.
Tutto questo è opera della speculazione che è dannosa all’economia in quanto è una scommessa a somma zero che non immette alcun valore nel circuito dell’economia reale.
Non ci sono più certezze: Btp, obbligazioni, azioni, la volatilità è tale da mettere in dubbio il valore intrinseco dei risparmi delle famiglie. Per non parlare della casa, vero valore di rifugio degli italiani tartassata come un bene di lusso, oppure della costante perdita del potere d’acquisto del denaro.
Dalla subprime mortgage crisis siamo arrivati a quella dei debiti sovrani, quest’ultima impensabile in qualsiasi tempo precedente.
Ci hanno pure detto che l’Italia è stata una cicala spendacciona e con questa giustificazione stanno massacrando il nostro debito, imponendoci tassi insostenibili. Sarà anche vero, ma da sempre ai mercati è convenuto avere Stati deboli a cui prestare denaro a tassi d’usura.
Negli ultimi dieci anni l’Impresa è passata di moda e qualcuno ha pensato bene di creare un sistema finanziario globale che partorisse valore e prosperità prescindendo da un autentico corrispettivo reale legato al valore d’uso di beni e servizi . Si è pensato all’azienda solo in termini statici di profittabilità day by day, senza considerare la sua stabilità e il suo sviluppo nel tempo.
Con il ritorno all’economia di impresa il capitale sarebbe di nuovo impiegato e investito in attività concrete, in produzione di cose e servizi facendo il suo sano lavoro che è quello finanziarie le migliaia di spinte produttive, innovative e imprenditoriali che sono alla base di ogni economia sana di qualunque paese industrialmente avanzato come il nostro.
Adesso va ricostituita la centralità dell’economia reale e dell’economia locale e occorre recuperare il valore del lavoro e dell’impresa così come ha rappresentato il vero patrimonio nella nostra storia trasmesso di generazione in generazione.
Alcuni da questa crisi mondiale hanno guadagnato molto ,ma la maggior parte di noi imprenditori è molto più povera. Quanto ci resta va tutelato e rivalorizzato. E’ un nostro diritto e anche un nostro compito.
Luglio 2012
Massimo Guerrini
Vicepresidente Vicario Api Torino e Provincia

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