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Choosy, bamboccioni o mal indirizzati?

By admin on 24/10/2012 in Politica e società
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Un’enorme sfasatura tra domanda e offerta di lavoro per i giovani. Ma anche una grande crisi di valori.

Choosy, bamboccioni o mal indirizzati?

Una recente indagine di Unioncamere evidenzia che in Italia ci sono 100mila posti di lavoro scoperti: nessuno li vuole.

Dopo tre anni di laurea la metà degli ingegneri, avvocati e commercialisti non guadagna più di 1400 euro al mese: quanto un infermiere o un artigiano, che però non si trovano.

Che ci è successo?

Forse la nostra povera Italia è finita in un campo di concentramento intellettuale, noi fumatori di oppio incalliti. Nessuno ormai lotta per i valori concreti e per l’etica.

I nostri figli e nipoti conducono sovente una vita vuota fatta molto spesso di eccessi, una vita da adulti navigati. E noi che cosa facciamo? Rispondiamo con un esempio inconsistente, annunciando la nostra sconfitta, spesso incapaci di vivere con disciplina, coraggio, linearità di pensiero e di comportamento.

Se non ragioni come i giovani sei un vecchio, se ragioni come loro sei ridicolo, se usi la disciplina sei  duro, se non la usi sei debole. Così i ragazzi ti snobbano e ti prendono sapientemente in giro.

Sono belli  e tutto è fatto per loro. Così i bambini aspirano a crescere più in fretta e gli adulti aspirano a non invecchiare mai. Abbiamo ucciso l’infanzia e la saggezza.

I ragazzi stanno assumendo il potere del consumo e, quindi, il potere assoluto. Ma non si rendono conto di essere loro ad essere controllati dal consumo. Ne saranno schiavi per sempre. Rappresentano la noia intellettuale perché non dicono mai nulla di originale, non fanno mai nulla di nuovo. Ma che succederà quando saranno loro a fare politica, quando gli ultimi grandi eroi di un’Italia perduta non ci saranno più?

E allora facciamo qualcosa. Smettiamola di essere degli adulti che cercano l’approvazione. A volte dobbiamo essere fermi nelle nostre posizioni perché la rottura è inevitabile. Diciamo la verità e prendiamoci il diritto di essere adulti con le nostre rughe.

Di chi è parte della colpa se molti di loro non trovano lavoro?

Certamente di una scuola che non li prepara adeguatamente e la crisi congiunturale ha dato la botta finale.

Ma è tutto qui oppure c’è dell’altro?

Probabilmente è meglio se noi per primi facciamo una politica colta ogni giorno, nel rispetto degli altri, dando a ciascuna generazione ciò che è giusto.

Un genitore come un politico deve essere un direttore d’orchestra che ascolta tutti i singoli strumenti e dà a ciascuno di loro la stessa nobiltà e lo stesso valore perché in assenza di uno strumento quella musica sarebbe diversa. E ciò che noi dobbiamo volere è che la musica non si trasformi nel tempo secondo l’opportunismo del momento. Anche a costo dei fischi di un auditorio incolto.

I giovani sono le nostre voci bianche. Permettiamo loro di stonare senza paura perché noi siamo lì per aiutarli ad imparare a non temere i fischi ma a capire poco per volta la forza della loro voce.

Così domani potranno esprimere il loro parere, anche quando diverso, e non darci la colpa di aver bruciato il loro futuro.

Paola Caburlotto e Massimo Guerrini

Ottobre 2012

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