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CI SONO DUE ITALIE. Una produce, l’altra spreca.

By admin on 27/09/2012 in L'editoriale, Politica e società
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Alla fine di questa crisi ,se mai ci sarà,  noi italiani saremo diventati europei ,  se non altro nella terminologia.

Una volta avremmo parlato di tagli alla spesa, di pressione tributaria, di pareggio di bilancio: oggi invece ci confrontiamo con parole del tipo spending review, fiscal drag e fiscal compact.

Certo è che non c’è provvedimento emanato dal governo  che non abbia al proprio interno norme sulla riduzione della spesa pubblica ed in parte anche l’aumento delle pressione fiscale. L’attenzione a cercare di eliminare sprechi e inefficienze è certamente maniacale, come lo è il monitoraggio dei conti pubblici nello sforzo  di ridare efficienza alla macchina nazionale e liberare risorse  necessarie allo sviluppo.

Il problema però è proprio lo sviluppo. Le PMI hanno in varie occasioni  apprezzato  lo spending  review, impianto che prevede tagli di ca 25 mld in tre anni per arrivare fino a 45 mld nei successivi dieci. Ma gli stessi  imprenditori  hanno più volte chiesto misure contestuali finalizzate alla crescita e particolare attenzione al ritorno all’economia reale ed ai suoi problemi .

Nel decreto sviluppo allo studio del governo proprio in questo periodo ci sono in realtà alcuni punti interessanti per le nostre imprese, la scommessa sarà se queste cose si realizzeranno .Sono previsti strumenti per l’attrazione di investitori esteri, per la ricerca e l’innovazione, nonché crediti di imposta significativi  e nuovi contratti di lavoro e  fondi di garanzia per incubatori di nuove start-up riservati alle PMI.

Si parla inoltre di importanti misure mirate alla semplificazione e alla modernizzazione, la digitalizzazione della giustizia, dell’istruzione, del rapporto con la  PP.AA e con la sanità.

Ma le PMI chiedono giustamente molto di più .Una riforma del fisco in termini di maggiore equità e legalità,  una razionalizzazione delle spesa pubblica che porti parte dei risparmi in favore delle imprese in difficoltà, la compensazione dei debiti e crediti con lo stato, pagamenti europei. Senza questa spinta innovativa, il vero motore dell’economia rappresentato dalle PMI non può  più funzionare  ed aiutare la crescita dell’intero paese.

E’ difficile per noi continuare a lavorare in un contesto dove da una parte non c’è attenzione per chi produce mentre dall’altra in parecchie autonomie locali avvengono furti e malversazioni incommentabili e le Regioni vengono usate come bancomat dai partiti ingenerando abitudini consolidate e perfino restie alla critica!

Ci sono due Italie.

Quella che produce e quella che sperpera. Persino il federalismo fiscale, che doveva mettere a posto i conti delle autonomie locali, è stato un fallimento. Avrebbe dovuto razionalizzare la spesa pubblica e renderla più efficiente perché vicina al cittadino, ma in realtà ha contribuito al moltiplicarsi di strutture amministrative, costi e di conseguenza tasse per finanziarli. Il fisco regionale negli ultimi 10 anni è aumentato del 50% (Il Sole 24Ore) senza che i tributi erariali nazionali siano diminuiti. Stipendi  e consumi delle Regioni bruciano 4 mld all’anno.

Gli imprenditori chiedono riforme e la politica ha il dovere di dare risposte immediate: anche e soprattutto al 47% di italiani che ha dichiarato di non sapere chi andare a votare: e lo crediamo bene.

Torino e la sua provincia avranno nei prossimi anni alcune opportunità: Fiat dovrà restare, nuovi investitori dovranno arrivare e la città dovrà implementare maggiormente la sua vocazione all’internazionalità , all’apertura e  all’innovazione.

Nel rapporto collaborativo impresa-politica-territorio, il nuovo progetto di “Torino Città Metropolitana “rappresenta una  buona possibilità di rilancio del distretto e delle sue realtà produttive.

È il momento che Torino distribuisca oneri ed onori nel  suo territorio. Le direttrici sulle quali si dovrà lavorare saranno molte.

Il  sistema dei trasporti con le infrastrutture adeguate quali arterie stradali,ferroviarie, interporti e scali, un aeroporto più internazionale.

I servizi e il welfare.

La progettazione  e la messa in efficienza  del territorio e la sua bonifica.

Sono tutti appuntamenti importanti da non mancare, purché la direzione sia quella dello sviluppo.

Massimo Guerrini

27 settembre 2012

 

 

 

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