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Crisi: dall’Api Torino 10 idee per ripartire

By admin on 12/06/2012 in Politica e società
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Dalla piccola industria di Torino una ricetta per tornare a crescere. L’Api del capoluogo piemontese ha messo a punto un vero e proprio decalogo per ridare slancio all’economia, che nei giorni scorsi ha consegnato direttamente al Prefetto di governo, Alberto Di Pace.

Un documento sottoscritto da 2.000 imprese del nostro territorio. “Vogliamo continuare a fare impresa, a creare occupazione e sviluppo. Per farlo proponiamo 10 azioni da perseguire rapidamente per ridare slancio all’economia e soprattutto alla rete di Piccole e Medie Imprese che continua ad essere viva nonostante tutto” ha detto il presidente dell’associazione Fabrizio Cellino (foto a sinistra). massimo-guerrini-Torino”Non è più il tempo di protestare e basta, ma di proporre azioni concrete da avviare immediatamente e di lavorare insieme alle istituzioni e ai sindacati, iniziando dal livello locale. Torino e il Piemonte sono da sempre una delle aree più dinamiche e propositive del Paese: devono continuare ad esserlo”. Fra le dieci proposte, alcuni punti molto tecnici. “Altri, invece, suonano un po’ come delle provocazioni: ma è per far vedere che siamo disposti, ancora una volta, a mettere le mani nelle nostre tasche ed investire” ha specificato Massimo Guerrini (foto a destra), vice presidente Api e presidente della Circoscrizione Uno, intervenendo stamattina nella trasmissione di Radio 24 “La versione di Oscar”. Tra questi, un aiuto per licenziare i fannulloni, a fronte di assumere due persone nuove. E una patrimoniale di 1.000 euro sui redditi più alti. Ecco i dieci punti. Che ne pensate?

1) Spending review e diminuzione costi pubblica amministrazione. Per tagliare il debito pubblico: un peso i cui tassi di interesse danneggiano imprese e cittadini.

2) Aliquota IRAP anche maggiore ma con la stessa base imponibile IRES. Si avvantaggerebbero le aziende labour intensive a scapito di quelle commerciali.

3) Una forte azione sulle banche. Per una maggiore loro responsabilità nei confronti delle imprese e del lavoro.

4) Compensazione debiti/crediti tra imprese e PA. Per non strozzare le aziende e non farle finire soffocate nei meccanismi di riscossione.

5) IVA all’incasso anche per le PMI. Il costo finanziario potrà essere compensato con la diminuzione dei costi della politica.

6) Pagamenti in tempi europei. Per ridare liquidità alle imprese e quindi possibilità di investimento e occupazione.

7) Lotta all’evasione. Per abbattere la fiscalità sulle imprese

8 ) Lotta al sommerso. Per diminuire il cuneo fiscale (50% per tagliare i contributi a carico imprese, 50% per aumentare il netto in busta ai dipendenti e accrescere i consumi).

9) Facilitazioni nei licenziamenti per motivi disciplinari. A patto che per ogni licenziato l’azienda assuma in contemporanea due disoccupati.

10) Patrimoniale una tantum (1000 euro ogni milione di euro). Da destinare solo a investimenti produttivi, eliminando tutto ciò che crea burocrazia e costa a imprese e cittadini.

 

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