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Facciamoci del male. Parliamo di liberta’ e di liberta’ d’impresa.

By admin on 16/09/2010 in L'editoriale
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Il nostro Paese è  ultimo in Europa per libertà d’impresa. E’ quanto emerge da una recente indagine svolta dall’Istituto Bruno Leoni .

Ultimi in Europa molto, ma non solo, a causa dell’immobilismo:burocratico,normativo e fiscale. Fare impresa in Italia se non impossibile è assai complesso.

Il nostro è il Paese meno libero in Europa dal punto di vista economico: fatto 100, le nostre imprese godono di una libertà pari a 35, ben sotto la media continentale (57) e a distanza siderale dal Paese più libero, l’Irlanda (74).

Ecco perché siamo più poveri degli altri: dal 2000 al 2009, con governi di destra-sinistra-centro-ambidestri ecc , il pil italiano è cresciuto in media dello 0,6% rispetto ad un tasso mediocontinentale dell’1,6%.

Nella libertà dal fisco ci troviamo brillantemente all’ultimo posto a quota 35 ( parlando di un compito in classe, a scuola l’insegnante non ci avrebbe quindi neanche riconosciuto il quattro di voto!).

Nella libertà d’impresa vera e propria, miglioriamo sensibilmente e ci posizioniamo a quota 37, penultimi.

Eccelliamo addirittura nella libertà dallo Stato, dove incredibilmente tocchiamo quota 42 diventando addirittura quintultimi!

L’allarme lo da forte e preciso anche il Governatore della Banca d’Italia Draghi quando dice che

“una regolamentazione eccessiva o di cattiva qualità per le imprese costituisce un fattore di ostacolo alla concorrenza e alla crescita”.

E meno male che lo dice lui, forse uno degli ultimi baluardi credibili in questo paese allo sbando in cui si parla tanto di libertà, individuali e non, ma poi nessuno alla prova dei fatti se ne occupa sul serio.

Non è nemmeno una soluzione quella attuata quest’estate dal governo in materia di snellimento di alcune procedure per l’apertura di cantieri, e chi vi scrive è un costruttore.

Tali snellimenti di fatto deregolarizzano qualunque procedura di rilascio di autorizzazione lasciando alle amministrazioni il solo controllo ex-post: in nome delle liberalizzazioni si sdoganano potenziali illeciti non sanabili chiudendo i recinti a gregge scappato, esaltando la responsabilità personale degli operatori a discapito di qualunque controllo preventivo delle amministrazioni: il far –west.

Sono altri i problemi al centro degli ostacoli alla libera intrapresa.

Pensiamo ad esempio alla questione fiscale, che è il primo vero impedimento alla crescita di ognuno di noi.

In Italia l’aliquota marginale sul reddito d’impresa  è pari al 33%, contro una media europea di dieci punti inferiore; quella delle persone fisiche ha un’aliquota massima del 43% a fronte di un 35% circa continentale: dobbiamo lavorare 100 giorni in più all’anno rispetto ai nostri competitori europei solo per pagare le tasse!

Se di libertà vogliamo parlare, cominciamo a fare cose concrete per liberare il paese da questa autentica schiavitù che impedisce qualunque forma di sviluppo, e quindi di investimenti e di occupazione.

Se la libertà dei cittadini si misura con la loro possibilità di autoderminazione e con la loro possibilità di libera espressione, la libertà d’impresa si misura più che mai con la propria libertà di competere!

Non c’è autentica libertà  d’impresa se ogni mattina l’imprenditore italiano si alza e si deve mettere la palla al piede mentre il suo competitore d’oltralpe corre come una gazzella.

Massimo Guerrini

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