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Guerrini: “Mettere in campo gli strumenti per salvare le piccole imprese”.

By admin on 09/03/2012 in L'editoriale, Politica e società
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NONOSTANTE la grande crisi, nel Torinese la voglia di fare impresa non è mai venuta meno. Fino allo scorso anno. Perché nel 2011 il numero di aziende in provincia è sceso. Il numero è piccolo, si parla di 500 realtà in meno su più di 237 mila. Però è la prima volta che accade nell’ultimo decennio. È successo perché le imprese nate lo scorso anno sono state 16.677, lo 0,36 per cento in più del 2010 (nel 2010 la crescita fu dell’1,2).

Ma allo stesso tempo sono aumentate le aziende che hanno chiuso: ne sono sparite 15.822, cioè 855 in più dell’anno precedente. Ma a queste vanno aggiunte 1.372 società che negli ultimi tre anni non erano più attive e che la Camera di commercio ha cancellato. Risultato: il numero totale di imprese è sceso dello 0,22 per cento. Alessandro Barberis, presidente dell’ente camerale torinese, evita allarmismi: «È un rallentamento che ci aspettavamo. Nel lieve calo generale, spiccano però alcuni settori in crescita, per esempio il turismo e i servizi alle persone. Ancora importante è poi l’apporto dell’imprenditoria straniera e di quelle giovanile e femminile».

Neppure l’Api di Torino si stupisce: «È la conferma – dice Massimo Guerrini, vicepresidente dell’associazione di piccole e medie imprese – del difficile periodo che le aziende hanno attraversato e che è tutt’altro che terminato: per il 60 per cento delle nostre aziende il primo semestre di quest’anno sarà molto duro». Nel 2011 la quantità di imprese di servizi di alloggio e di ristorazione sono cresciute più di tutte registrando un più 2,9 per cento grazie soprattutto all’apertura di nuovi bar. E anche le società che si occupano di sanità, istruzione e altri servizi pubblici e sociali sono aumentati del 2,1 per cento.

È invece costante il numero di imprese edili (meno 0,1) e di servizi alle imprese (più 0,1), mentre a subire il maggior calo sono l’agricoltura (meno 2), l’industria (meno 1,1) e il commercio (meno 0,8). Con quest’ultimo settore che patisce soprattutto la diminuzione di edicole, librerie e altri negozi dedicati al tempo libero e con la manifattura che innesca una discesa del 3,2 per cento anche nel numero di aziende di trasporto e magazzinaggio.

A livello di aree geografiche, la zona che soffre di più è la città di Torino, in cui le imprese sono lo 0,32 per cento in meno del 2010, lo stesso calo registrato anche dall’area dello Stura e dal Canavese. Imprese in calo anche in Valsusa (meno 0,28) e nella zona ovest del capoluogo (meno 0,2), mentre l’aumento più consistente viene registrato nell’area del Sangone (più 0,27).

Le imprese guidate da giovani? Sono 27.290, l’11,5 per cento del totale. Una su quattro si occupa di commercio, una su sette di costruzioni, il 7,7 per cento di ristorazione. Quelle che sono invece guidate da imprenditori stranieri rappresentano invece il 9,1 per cento del totale e in Italia solo Roma e Milano vantano percentuali più elevate. Le aziende create da donne sono invece 56.344, un numero superiore dello 0,8 per cento rispetto a quello registrato nel 2010.

Scarica l’articolo di La Repubblica del 9/3/2012

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