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La finanza e la politica sono opposti e contrari o compagni di merende?

By admin on 09/11/2012 in L'editoriale, Politica e società
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L’arte di governare  la comunità dei cittadini.

L’economia politica è una scienza sociale ed è quindi la disciplina che studia il funzionamento dei sistemi economici.

In senso moderno iniziò a prendere forma nel periodo di progressiva separazione della politica dall’etica (l’epoca di Machiavelli), ponendosi inizialmente l’obiettivo di aumentare il potere economico del Principe, poi degli Stati nazionali, come condizione necessaria del potere politico e militare.

A partire dalla fine del XIX secolo si tentò invece di pervenire ad una separazione tra economia e politica(Wikipedia).

Il risultato non fu così felice. Bene, e noi a che punto siamo?

L’economia e la politica sono opposti e contrari, o piuttosto compagni di merende tipo il gatto e la volpe? Oppure si cannibalizzano a vicenda?

In Italia i confini tra economia e politica sono venuti ad assottigliarsi quando la crescita e lo sviluppo del paese nel dopoguerra hanno consentito benessere per tutti  e flussi di denaro incontrollati: le due discipline hanno in questo modo potuto coesistere creando le condizioni per cui l’una beneficiasse l’altra e viceversa.

Tutto ciò con la distratta approvazione popolare a sua volta concentrata alla propria crescita.

Adesso il bubbone è scoppiato e tali modelli di crescita sono impensabili, anzi famiglie e imprese stanno già mettendo in atto un  radicale cambiamento dei modelli di consumo e di investimento che hanno  portato ad un abbassamento del tenore di vita.

Quindi come sempre, famiglie , lavoratori e imprese hanno pagato il conto del ristorante a quelli che si sono seduti a tavola per decenni.

Ecco cosa veramente accomuna l’economia -finanza  con la politica: siccome non pagano mai il conto, non  prendono coscienza  di quello che realmente succede e dei danni che arrecano con il loro operato irresponsabile.

La finanza ha messo in ginocchio il mondo, ma adesso pretende di governarlo: la triade governa l’Europa, le grandi banche gli Usa.

La politica dal canto suo ha pensato soltanto alla propria perpetuazione e non è disposta a fare un passo indietro ma anzi si ripropone di nuovo con le solite facce: ciò che a noi italiani comporta impegno e sacrificio, come la famiglia, l’educazione dei figli, l’automobile e  la casa per loro sono solo entità virtuali distaccate dal mondo reale.

La casa non costa, qualcuno si è fatto pagare dal partito la ristrutturazione, altri se la sono fatta regalare senza saperne nulla (!), altri la regalano ai parenti con i soldi pubblici: però per risanare i conti ci mettono una Imu esponenziale.

Basta così grazie.

Interi comparti industriali hanno chiuso e non riapriranno,i due settori con il maggior  indotto e impatto occupazionale quali l’automotive e l’edilizia sono stati massacrati, la pressione fiscale tra un po’ sarà superiore a un  reddito che peraltro non ci sarà.

La gente è delusa e non ne può più, il 52% dei giovani vive sulla spalle dei genitori , i quali però sotto questo aspetto non sono del tutto esenti da responsabilità.

Qual è l’unica risposta che in questo momento il popolo italiano sta dando?

Un  50% di astensionismo e nuovi movimenti politici che sono il sottovuoto spinto del nulla.

No, non è la soluzione perché così si torna al medioevo.

La politica deve tornare a essere seria, onesta, indipendente dai poteri: l’unico potere a cui deve rendere conto è quello popolare.

Torni a governare facendo non ciò che serve ai pochi, ma ascoltando ciò che imprese a lavoratori dicono da anni.

Tuteli il potere d’acquisto delle famiglie, incentivi il ritorno al risparmio, aumenti le detrazioni per le fasce più deboli, abbassi il cuneo fiscale, faccia funzionare la giustizia in tempi brevi e attiri con sgravi gli investimenti esteri.

Aiuti le aziende che restano e investono, abolisca i sussidi che distorcono il mercato e non aiutano le imprese a imparare a competere sui mercati.

Finanzi tutto questo con la riduzione delle spesa pubblica e i costi della burocrazia da stato africano, dia la caccia senza quartiere ai 120 mld di evasione a ai 60 mld di corruzione.

Una politica, l’Arte di governare le società, che non fa questo non merita di essere chiamata tale.

Nonostante tutto però, resto fiducioso.-

Massimo Guerrini

Vicepresidente Vicario Api Torino e prov.

Novembre 2012.

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