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NUOVE GENERAZIONI E INVESTIMENTI IMMOBILIARI: LA CRISI DEI REDDITI.

By admin on 20/10/2014 in Economia, L'editoriale
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Le nuove generazioni e la casa. Un binomio che fino a pochi anni fa dava il senso della fiducia e della speranza di consolidare la propria qualità della vita e dell’autentico senso di costruirsi un proprio futuro.
“Casa” era la seconda parola delle giovani coppie subito dopo quella “matrimonio”.
Cosa è cambiato? Cerchiamo di capire come questa crisi ha mutato l’approccio delle nuove generazioni nei confronti del mattone.
C’è soprattutto un problema sociale e culturale che ha reso i consumi, in particolare dei giovani, assolutamente imprevedibili.
Questo perché non c’è più un reddito da lavoro sicuro, l’austerità ha distrutto l’occupazione senza aver di fatto stabilizzato i bilanci delle economie occidentali che non sono ripartite.
I giovani quindi non si sentono in grado di produrre redditi certi e quindi i loro valori cambiano: si consuma quando ce n’è. Nessun ottica di medio periodo quindi, nessun pensiero di investire nel futuro in nessun bene durevole.
Tornado alla casa , c’è però ancora una parte di fortunati, quasi un terzo , che l’ha ereditata dai genitori o dai nonni e che quindi nel passaggio di proprietà all’interno della famiglia ne ha anche mantenuto il senso di sicurezza patrimoniale e della non perdita di valore reale.
In questi casi in genere si tratta di immobili acquisiti risalenti ad un’epoca lontana il cui costo storico conforta la sensazione del buon investimento nel tempo. Sorprende infatti come questa fetta di proprietari (indagine Casa.it) sostenga che la casa resta un bene che non si svaluta nel tempo. Noi possiamo solo aggiungere la considerazione che gli effetti delle bolle speculative sono comunque, nel bene e nel male, molto più lenti di quelli degli investimenti mobiliari.
C’è poi un’altra parte di giovani che considera comunque rassicurante l’acquisto di un immobile e che mette in evidenza alcuni aspetti a nostro giudizio importanti.
Sono quella parte di società che cerca la casa per la vita, che considera l’investimento immobiliare finalizzato alla soddisfazione di un bisogno personale e che crede non conveniente l’affitto nel lungo periodo a fronte di un mutuo: ovviamente se lo si ottiene e a quali condizioni.
A questo va anche a sommarsi un elemento di per sé intangibile ma altrettanto importante quale il disagio della condizione di inquilino e la ritrosia ad investire denaro nelle migliorie di un immobile non di proprietà.
C’è poi però un’ultima, ma non certo per importanza, parte di nuove generazioni che ha un rapporto di totale sfiducia verso il mattone come un bene troppo tassato, costoso da mantenere e di lento smobilizzo.
Ed è su questa parte che un paese che ha voglia ancora di crescere e di non distruggere le speranze di un’intera generazione deve lavorare.
Negli anni ottanta ci sono stati governi che pur nei loro sbagli sono stati in grado di risolvere la cosiddetta emergenza abitativa: mancavano le case per le famiglie.
Oggi è l’opposto: le case ci sono. Mancano le famiglie per le case.
Massimo Guerrini . Vicepresidente Api-Pmi Torinocase-de-lemn-head1

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