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Real Estate in Italia: né bolla né speculazioni, ma tutela del patrimonio.

By admin on 19/10/2012 in Economia, Politica e società
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Né bolla né speculazioni, ma tutela del patrimonio e motore dell’economia: un investimento iniziale di 1 euro genera sull’intero sistema economico una ricaduta di 3,5 euro.

Noi italiani lo sappiamo e l’investimento  immobiliare è da sempre un bene ambito che ci conferisce sicurezza e status.

“Pensare immobiliare” è insito nel nostro Dna anche se il nostro paese deve ancora completamente comprendere che il mattone non è sinonimo di speculazione ma piuttosto di crescita e di progresso.

Dopo la recente crisi negli Usa il mercato del real estate è già ripartito sia in termini di numero di compravendite sia di aumento dei prezzi.

In Italia siamo ancora al palo anche se  in realtà non è mai venuta meno una manifesta richiesta di abitazioni ,rimasta però insoddisfatta in quanto domanda e offerta non sono ancora riuscite ad incontrarsi. Il numero delle compravendite è sceso del 40 %  dal 2006, anno di maggior picco con 850.000 negoziazioni.

La crisi c’è e si sente: la spesa x consumi è scesa del 4% e il potere d’acquisto del 6% e  il tasso di risparmio delle famiglie è basso in quanto  il 70% non accantona più.

Le banche hanno rivisto la loro strategia allocativa  e devono contenere le loro esposizioni e i Risk Weighted Assets: Basilea continua a fare danni.

I tassi di interesse sono di 1,5/2,0 punti più alti della media europea e indebitarsi oltre a essere difficile è anche molto costoso.

Ma i segnali che anche da noi la situazione sta evolvendo ci sono.

Il 90 % delle famiglie dice che non ha intenzione di acquistare un’abitazione nel prossimo anno  ma più o meno la stessa percentuale dice che la comprerebbe se avesse accesso al credito.

Il basso grado di indebitamento delle famiglie ha fatto si che i prezzi abbiano  avuto contrazioni meno significative non superiori al 3-4 % annui; anche se tali moderate contrazioni non sono per ora state sufficienti a stimolare gli acquisti di nuovi compratori.

Questi segnali sono significativi e dimostrano l’inesistenza nel nostro paese di una bolla immobiliare e che nemmeno la riproposta tassazione sulla casa (Imu) ha più di tanto fatto scappare i proprietari di case.

In realtà la nuova tassa ha in parte favorito l’immissione sul mercato di abitazioni da tempo sfitte e messe a reddito proprio x pagare tali costi. Infatti il numero di abitazioni disponibili è aumentato e gli importi medi degli affitti sono scesi.

Possiamo quindi provare a sostenere  che  l’Imu ha certo spaventato gli investitori ma  che non ha più di tanto contribuito alla fuga dall’immobile. Un recente sondaggio  del Sole 24 Ore relativo a quale fosse ritenuto il  provvedimento più efficace per far ripartire il mercato immobiliare, poneva l’abbassamento o l’abolizione dell’Imu all’ultimo posto. La tassa viene accettata quasi come inevitabile in questo momento e la si considera di fatto un’imposta allineata al resto dell’Europa.

Ciò che le Pmi, gli operatori del settore, investitori e potenziali acquirenti invece chiedono con forza sono strumenti efficaci e duraturi per sostenere la domanda e farla incontrare con l’offerta che, va ricordato, soprattutto nel mercato del nuovo, offre importanti opportunità di acquisto di prodotti innovativi, ecologicamente puliti e fonti di risparmio energetico.

Servono importanti agevolazioni e fondi di garanzia per facilitare l’erogazione di nuovi mutui, significativi tagli di imposte sulle compravendite per dare un impulso ad un mercato asfittico, misure fiscali per sbloccare l’invenduto dei costruttori.

Perché?

Perché se si salva l’immobiliare si salva il paese e i risparmi delle famiglie.

Massimo Guerrini

Vicepresidente Vicario Api Torino e Provincia.

Ottobre 2012

 

 

 

 

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