WPML not installed and activated.

Siamo stufi e meritiamo di meglio

By admin on 05/09/2011 in L'editoriale
0
0

Avevamo pensato che la messa a nudo di Tangentopoli negli anni ’90 avesse almeno in parte contribuito a creare una maggiore trasparenza dell’amministrazione della cosa pubblica e che ci avesse finalmente distinto dalla Repubblica delle banane.

E invece a distanza di venti anni ci accorgiamo che le cose non solo non sono cambiate ma anzi peggiorate, nonostante per lungo tempo questi governi  ci abbiamo fatto credere il contrario.

E in queste settimane estive, da giugno a settembre, i mercati e il mondo ci hanno spiegato che, se una famiglia spende male e di più di quello che incassa, prima o poi va a rotoli.

E se poi si aggiunge che il capofamiglia nel frattempo si è anche bruciato il cervello e non è più in grado di amministrarla proprio nel momento maggiormente difficile, tutto questo spiega l’inesorabile declino al quale siamo arrivati senza fare nulla.

Per anni il Parlamento è stato oberato di lavoro per decidere su legittimo impedimento, intercettazioni telefoniche e protezione alle alte cariche dello Stato mentre l’Italia andava in rovina.

E adesso ci becchiamo la terza manovra finanziaria che fa ridere l’intera Europa.

Una manovra finanziaria approvata all’unanimità dal Consiglio dei Ministri sotto forma di decreto legge portata  all’esame del Parlamento modificata e  letteralmente irriconoscibile rispetto all’originale, e non per effetto di pressioni dell’opposizione o di movimenti di protesta popolari ma per una decisione, anch’essa presa all’unanimità, degli stessi uomini di governo che l’avevano  promossa: e dalle corporazioni che sostengono nell’ombra l’esecutivo e che impongono, ogni giorno, soluzioni diverse ma tutte a carico di noi cittadini.

E intanto l’Italia è in stallo, non si contiene il deficit, la produttività arretra, gli investimenti sono svaniti nel nulla.

Nel frattempo le cronache ci raccontano di un’economia ogni giorno più inquinata, che sta affogando nel degrado etico-morale,  nell’illegalità, nella corruzione: tutti costi che paga la collettività.

Leggevo un libro in questi giorni cha rivela numeri certi.

L’evasione fiscale e la corruzione costano al Paese 180 miliardi di euro all’anno, l’economia sommersa 350 miliardi e 3 milioni di lavoratori in nero costano al benessere collettivo 50 miliardi all’anno.

Quante manovre economiche ci potremmo risparmiare se solo ci fosse la volontà di fare qualcosa seriamente, senza dover tagliare la spesa pubblica per sanità, servizi ai cittadini e investimenti per innovazione!

Saremmo certamente un paese più ricco e meno immorale: l’illegalità diffusa è certamente un problema etico ma è anche un costo sociale.

In questi ultimi anni il governo ha solo cercato di risparmiare senza alcune riforme vere ma tagliando i trasferimenti a regioni e comuni: come per dire “arrangiatevi”.

Una tale miope e scorretta strategia ha trasformato gli enti locali in esattori che si vedono obbligati a tassare i cittadini oltre ogni misura per poter  garantire loro i servizi essenziali, mentre sprechi e interessi corporativi impediscono le vere riforme e i veri risparmi .

Ma “ al centro “ non cambia nulla.

In questo Paese ci sono manager di enti pubblici che hanno stipendi milionari e  parlamentari che guadagnano all’anno 144.000 euro netti, quasi il doppio di quelli tedeschi (84.000) e più del doppio di quelli francesi (63.000).

L’Italia merita di più per la sua storia e per il suo grande popolo.

Nel nostro paese ci sono  una cittadinanza attiva e responsabile ed una classe  dirigente che sono qualitativamente  superiori alla propria classe politica che  meriterebbero di essere meglio rappresentati.

Non si può più andare avanti così.

Massimo Guerrini

0 Comments

Add comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

*