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Città esclusive o inclusive? La sfida e l’opportunità della crisi abitativa.

By admin on 22/09/2025 in Economia, Guerrini, Social impact, Sostenibilità
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Le grandi città, mentre si arricchiscono e si globalizzano, rischiano di chiudersi su sé stesse. Inflazione, costo della vita in aumento e salari stagnanti hanno trasformato la questione abitativa in un’emergenza: in molte metropoli italiane gli affitti superano di gran lunga le possibilità economiche della maggioranza, mentre migliaia di appartamenti restano vuoti.

Questa dinamica produce città esclusive e respingenti, dove il senso di appartenenza si dissolve e chi non riesce a “stare al passo” viene spinto ai margini.

Dalla crisi all’opportunità

La sfida abitativa, però, è anche un’occasione per ripensare le città in chiave inclusiva. Non basta costruire nuove case: servono politiche innovative e visioni a impatto sociale.

  • Rigenerare l’esistente: il 70% degli edifici italiani è inefficiente. Riqualificarli significa ridurre i consumi e offrire abitazioni dignitose e accessibili.
  • Promuovere modelli innovativi: co-housing, canoni calmierati, alloggi per studenti e giovani famiglie.
  • Creare spazi comunitari: quartieri con servizi condivisi, aree verdi e infrastrutture sociali che migliorino la qualità della vita.
  • Favorire partnership pubblico-privato: per coniugare sostenibilità economica e impatto sociale.

La visione

La vera sfida non è costruire più metri quadri, ma restituire alle città il loro ruolo di spazi vitali e accessibili a tutti.

La crisi abitativa può diventare l’occasione per generare inclusione, coesione e sviluppo sostenibile. Città non come vetrine inaccessibili, ma come ecosistemi aperti, dove vivere e crescere non sia un privilegio, ma un diritto condiviso.

Città esclusive, città respingenti: il volto urbano della crisi abitativa.

E’ una frase che coglie alla radice una trasformazione sempre più evidente: le grandi città, mentre si arricchiscono e si globalizzano, tendono a chiudersi su sé stesse, lasciando fuori intere fasce della popolazione.

Inflazione, aumento del costo della vita con contestuale calo del potere d’acquisto dei salari. E la mancanza di appartamenti, in acquisto o affitto a prezzi accessibili costituisce un insieme di elementi che stanno scatenando l’emergenza abitativa.

L’esclusività urbana si manifesta in forme concrete: gentrificazione, affitti inaccessibili, quartieri pensati per redditi elevati. Così facendo, le città smettono di essere spazi inclusivi e si trasformano in vetrine inaccessibili, dove il senso di appartenenza si dissolve e chi non riesce a “stare al passo” viene spinto ai margini.

Questa dinamica si intreccia con una vera emergenza abitativa: domanda e offerta non si incontrano più. Il costo della vita cresce, i salari perdono potere d’acquisto e l’offerta abitativa a prezzi sostenibili è largamente insufficiente. Paradossalmente, in alcune metropoli italiane, molte case restano vuote perché i canoni richiesti superano di gran lunga le possibilità economiche della maggioranza.

A fronte di un fabbisogno stimato di quasi 300mila nuove abitazioni nei prossimi anni, l’offerta reale non raggiunge le 40mila unità, concentrate per lo più in poche città.

Per affrontare questa crisi non bastano nuove costruzioni: servono politiche innovative, capaci di rigenerare il patrimonio esistente, spesso vetusto, inefficiente e energivoro. Oggi quasi il 70% degli edifici italiani appartiene alle classi energetiche peggiori (F e G), mentre solo una piccola parte raggiunge standard adeguati.

La rigenerazione urbana , se guidata da una visione sociale , può invertire questa rotta: migliorare la qualità della vita, promuovere inclusione, ridurre le disuguaglianze. È una sfida urgente: restituire alle città il loro ruolo di spazi aperti, vitali e accessibili a tutti.

Massimo Guerrini

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