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Il neo populismo mondiale.

By admin on 30/08/2012 in L'editoriale, Politica e società
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La recente convention repubblicana ha incoronato M.Romney quale candidato alla Presidenza degli Stati Uniti.

Alcuni aspetti sia della convention sia degli inizi della sua campagna elettorale mi hanno colpito per la loro somiglianza con la nostra storia politica  recente.

Il populismo avanza.

Ann Romney, la moglie nonchè aspirante first lady ,inizia il suo discorso di presentazione del marito dicendo ”Non vi parlerò né di politica né di partito”: ad una convention per uno dei due futuri presidenti del nuovo mondo???

La signora continua così il suo discorso descrivendo la vita privata del marito trascurando completamente il fatto  politico che per quattro anni è stato governatore del Massachussets. Parla di un marito rispettabile, onesto, caloroso e amabile: e meno male. Descrive la loro vita di coppia di americani tipici  che hanno iniziato ad abitare in un seminterrato e consumando cibi popolari come pasta e tonno non su un tavolo, ma su una porta appoggiata a cavalletti.

Conclude dicendo quanto abbiano, in pieno sogno americano, scalato insieme le classi sociali e quanto lei lo abbia appoggiato nella sua ascesa politica. Il successo certamente è venuto, dovrà solo dimostrare come questa immagine di uomo qualunque possa conciliare con quella del suo conto bancario offshore ai Caraibi.

Ma tutto ciò non conta quando è il populismo a farla da padrone. I commentatori americani descrivono quanto in realtà il discorso di Ann Romney  sia stato intenso, comunicativo e che rimarrà nel tempo.

Ricorda un po’ il nostro ex presidente operaio, incantatore di massaie e propugnatore di un poi fallito progetto liberale (liberista) di massa.

Ma se  in seguito a ciò il nostro paese  si è trovato sull’orlo dell’abisso al punto tale che abbiamo dovuto chiamare lo specialista, come può un grande paese come gli Usa pensare di affrontare gli enormi problemi propri e del mondo intero presentando il proprio leader in modo così semplicistico?

Capisco il cercare di vestire i panni  dell’uomo qualunque, ma c’è un limite anche alla più spinta demagogia.

La gente si è fatta più accorta  e l’elemento che oggi accomuna molti popoli  nel mondo sviluppato è la disaffezione verso le promesse regolarmente disattese dai  politici.

I veri problemi delle famiglie, dei lavoratori e delle imprese non vengono affrontati, mentre le attuali generazioni avranno  meno ricchezza dei propri padri. In  particolare negli Stati Uniti è più di trentanni che il salario non cresce in rapporto alla produttività.

Conta quindi sempre in maggior misura la teoria finanziaria che un soldo oggi vale più di un soldo domani e per questo motivo la classe media non accumula più ( The Time Value of Money, oppure semplicemente “spendi oggi  finché li hai”).

In questo contesto, è giusto presentare l’uomo qualunque?

Massimo Guerrini

Agosto 2012

 

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