WPML not installed and activated.

Italia: un Paese ancora feudale da modernizzare.

By admin on 13/01/2012 in L'editoriale
0
0

“Avevo chiesto al 2011 di stupirmi. Adesso chiedo al 2012: per favore, non fare come tuo fratello!”

E’ una frase che ho sentito qualche giorno fa pronunciare da un mio collega imprenditore, al quale se non altro va riconosciuto il pregio di saper sdrammatizzare una situazione che , a quanto ci dicono, potrebbe stimolare ormai solo più le lacrime: il sangue ce lo hanno già tirato tutto.

Va però convenuto come tutto il paese si senta coinvolto, non certo nei numeri ma nello spirito, in una sorta di fase nuova e in un piglio diverso confortato dalla sensazione che forse questa volta si sia deciso, tutti insieme, di fare sul serio.
E’ in atto un cambiamento culturale, forse nato dallo stato forzoso di necessità nel quale ci siamo trovati.
Credo infatti che in realtà stiamo tutti considerando come catartico questo momento in cui si sta toccando il fondo prendendo atto che forse questa crisi, pur nella sua drammaticità, ci ha dato una scossa.

Abbiamo capito di essere tornati indietro di vent’anni in termini di ricchezza reale dopo un lungo periodo di spensieratezza che ci ha portato a firmare cambiali indebitando le nostre famiglie e i figli più che mai.

Ma proprio per questo ci sentiamo più forti in quanto abbiamo visto che le nostre famiglie hanno avuto l’accortezza di continuare a risparmiare e che le nostre aziende hanno saputo in qualche modo sopravvivere.
Abbiamo coltivato la consapevolezza di vivere comunque in un paese che rappresenta la seconda realtà industriale in Europa e che è stato supportato da un grande spirito di iniziativa e capacità imprenditoriali che solo noi italiani possiamo dare.

Ora questo nuovo governo dovrà lavorare molto e meritarsi la fiducia che gli abbiamo dato: basta nuove tasse, devono essere un capitolo chiuso.
I due pilastri fondamentali su cui dovrà posare la sua attività e l’accelerata verso una nuova fase di sviluppo dovranno essere la credibilità e la crescita.
La credibilità dovrà guadagnarsela a livello europeo contribuendo in prima persona a risolvere i problemi generali dell’Europa e lo dovrà fare giocando il ruolo con pari dignità rispetto a Francia e Germania.
La crescita dovrà essere garantita da riforme pesanti senza le quali non si andrà da nessuna parte.

Mi riferisco al welfare e al mercato del lavoro, già in parte in atto, e ad una riforma della giustizia che dia finalmente agli imprenditori e agli investitori, italiani esteri, la certezza dei loro diritti: per non farli fuggire.
Ma la spinta più forte dovrà essere verso piani di forti investimenti infrastrutturali per l’adeguamento del paese: ferrovie, autostrade, interporti, banda larga saranno interventi necessari sia per creare ricchezza e occupazione ma anche per agganciare i grandi trend dei paesi che crescono.

Un’altra cosa importante, è costituita dallo snellimento dell’Italia e la sua modernizzazione: viviamo ancora a tutti gli effetti in un paese feudale e corporativo dove gli interessi dei pochi sono anteposti a quelli dei tanti.
E’ ora, come dice Passera, di far saltare i colli di bottiglia e di dare libero accesso alle professioni stabilendo il sacrosanto principio della concorrenza.
Le liberalizzazioni delle professioni consentirebbero a migliaia di giovani di trovare lavoro superando barriere oggi esistenti solo per tutelare chi il lavoro ce l’ha già.

Così come la liberalizzazione dei servizi, delle utenze e del commercio: devono finire le rendite di posizione di una società ingessata che non concede spazi a nuove energie.
Facciamoci questo regalo per il 2012: lavoriamo perché almeno una parte di queste cose avvengano, nella speranza che i poteri forti non rovinino tutto.

Massimo Guerrini
10/01/12

0 Comments

Add comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

*