WPML not installed and activated.

Not just any old charlatan

By admin on 01/12/2011 in L'editoriale
0
0

Scarica l’immagine in alta definizione

Non mi piace mai parlare del passato, preferisco guardare avanti e alimentare la speranza.

A volte però rivolgere lo sguardo indietro è necessario, rivedere la nostra storia ci aiuta a capire da dove veniamo e dove potremmo andare: in questo caso particolare, voltarci indietro potrebbe aiutarci a non ricadere nel passato.

Soprattutto riparlare di Berlusconi e della sua corte ossequiosa mi fa sentire un po’ come quando mio papà mi parlava dei suoi ricordi di guerra e si intristiva, ma proprio grazie a quei ricordi lui chiedeva che il mondo non ci ricascasse.

Lungi da me fare paragoni inopportuni, ma i diciassette anni che ci siamo appena lasciati alle spalle ci auguriamo veramente non tornino più.

“L’uomo che si è fottuto un intero paese” intitola The Economist.

“Non solo un vecchio ciarlatano qualunque” intitola Newsweek.

Ciò che il vecchio presidente ci lascia come eredità è la comune convinzione mondiale che, come dice lo stesso Newsweek, egli abbia incarnato nelle sue malefatte le più grandi debolezze degli italiani ed i loro peggiori istinti: traduzione letterale, sfido a contraddirmi sul testo tradotto.

In pratica lui ci avrebbe rappresentato nella nostra quintessenza più vera.

Ci ha più o meno inconsciamente trasmesso che per fare fortuna nella vita bisogna barare, corrompere e fare i furbi :subordinando alla meritocrazia e alla competenza il principio dell’utilizzo delle connessioni personali, della rete di amicizie e dell’astuzia utilizzata al solo fine di non sottomettersi alle regole e peggio ancora alle leggi.

Ha alimentato nella nostra psiche il concetto assurdo dell’eterna giovinezza- “vivrò più di centanni”- e l’idealizzazione del valore commerciale della bellezza e delle donne e del fatto che tutto è in vendita ed in quanto tale ogni cosa è ottenibile.

Ed ecco che oggi molti giovani vogliono fare gli attori e le letterine e non i professori universitari.

Si è “fottuto” (The Economist) l’intero Paese Italia e ne ha quasi distrutto il suo grande marchio nel mondo mostrando quanto c’è di peggio invece che valorizzare la nostra straordinaria nazione: in questo anche aiutato da qualche ex ministro ignorante che faceva in pubblico il verso alla nostra bandiera e all’inno nazionale.

Ma come ha fatto? Saremo mica tutti così scemi!

E invece l’ha fatto con grande abilità e con straordinari strumenti comunicativi con cui ha imbonito il paese, condendo il tutto con un accentuato liberismo (quello che ha distrutto la finanza mondiale), un ben rodato populismo e soprattutto un agguerrito anticomunismo, per la serie “quelli mangiavano i bambini”.

Ha polarizzato l’Italia e ci ha messo granata contro bianconeri, interisti contro milanisti, nord contro sud.

Ed in questa lotta fratricida nessuno si è occupato del paese con il risultato che adesso, per risolvere i problemi, al governo i granata si sono dovuti mettere d’accordo con gli juventini, così gli interisti con i milanisti: e addirittura il nord è dovuto andare d’accordo con il sud grazie al neo ministero per la coesione territoriale!

Chissà come soffre il vecchio sultano nel non vedere più gli scontri frontali che tanta soddisfazione gli hanno dato.

Massimo Guerrini

Novembre 2011

0 Comments

Add comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

*